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Dvb t2 e 5G : due nuove rivoluzioni per le tv

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Buon proseguimento, Manuel

Il digitale terrestre si sta evolvendo, a breve un grande aggiornamento porterà numerosi miglioramenti. Tra circa due anni, nel 2020, ci sarà il passaggio verso DVB-T2 . Quella che potrebbe essere una vera e propria rivoluzione, potrebbe potrebbe portare con se dubbi e disapprovazione da parte di chi probabilmente si è abituato all’attuale sistema e che con difficoltà lo dovrà abbandonare. In particolare gli utenti possono temere che il loro impianto televisivo ed il televisore non siano più in linea con la tecnologia che sta per essere adottata. Per questo motivo è importante cercare di fare chiarezza riguardo a tutte le problematiche che possono ergersi a discapito degli utenti. Facciamo allora chiarezza su cosa consisterà questo cambiamento dal punto di vista della televisione e quali saranno le conseguenze nelle tasche degli italiani.

È necessario prima di tutto tenere presente che il cambiamento sarà graduale ed il processo dovrà terminare entro massimo due anni. Ciò è quanto è apparso nell’articolo 89 della Legge di Bilancio 2018. Quindi è probabile che in alcune regioni potrebbe arrivare prima di altre.

 

Perché ci sarà questa rivoluzione del DVB-T2?

Il passaggio a questa nuova tecnologia non è una avvenimento che sta avendo luogo per caso. Tra non molto tempo andremo ad assistere ad una rivoluzione ancora più potente di quella appena citata che incrementerà la velocità di connessione dello smart tv. Arriverà in Italia ed Europa la connessione 5G andando a rendere quelle attuali sempre più obsolete. Sebbene questa sia una grande opportunità per rendere le connessioni sempre più veloci è sorto il problema di reperire delle nuove frequenze e ciò ha reso necessario la liberazione di una serie di bande in modo da non rischiare di avere dei problemi e conflitti tra le due trasmissioni. Nello specifico sarà necessario liberare le frequenza appartenenti allo spettro che va dai 694 ai 790 Mhz che ora sono adoperate dalle più importanti televisioni nazionali.

 

Ciò che sappiamo e che non sappiamo del passaggio al DVB-T2

Come anticipato, l’articolo 89 della Legge di Bilancio 2018 ha stabilito il passaggio, ma è necessario tenere presente che non sono stati ancora stabiliti degli elementi abbastanza importanti come il Piano Nazionale di Assegnazione delle Frequenze dedicato agli operatori del settore, ma non è stata nemmeno effettuata la numerazione LCN. Un altro punto ancora da chiarire è il tipo di codifica che verrà adottata in accoppiata con il DVB-T2, infatti c’è il ballottaggio tra il Mpeg 4, che ormai è abbastanza obsoleto, ed il h265/HVEC che è ad ora il migliore in assoluto. La cosa che ad ora è chiara è il cambiamento sostanziale dei segnali che avranno come punto fondamentale lo stravolgimento della numerazione dei canali televisivi.

 

Sarà necessario cambiare televisore ed impianto con l’avvento di questa nuova tecnologia?

Non vi sono grandi pericoli per il televisore e l’antenna del proprio appartamento poichè molti supportano già questo tipo di tecnologia. In buona sostanza le televisioni che supportano i codec Mpeg 4 non sono più utili allo scopo, mentre di quelle che supportano la connessione HVEC, sono davvero poche per il momento. Di norma i dispositivi venduti dal 2017 in poi posseggono la funzionalità per il supporto dei nuovi codec, ma anche se si ha un dispositivo più vecchio è possibile acquistare un decoder in modo da poter spendere quanto meno è possibile. È però giusto tenere presente che sono stati previsti dei fondi per creare un passaggio il meno traumatico possibile. Questi incentivi sono dell’importo di cento milioni di euro, divisi per i vari anni di esercizio.